venerdì 12 novembre 2010

Gioie e dolori di un'aspirante giornalista

Se mai un giorno dovessi diventare una giornalista/scrittrice famosa mi piacerebbe poter dire nella biografia che ovviamente scriverei, che ricordo perfettamente il giorno in cui ho realizzato che la mia aspirazione, il mio destino era quello di intraprendere la carriera giornalistica.
Folgorata dalle parole di un grande maestro, qualcuno come Montanelli o Biagi per intenderci, in quel momento preciso ho capito che avrei impiegato tutte le mie energie, speso ogni momento "libero" per documentarmi e studiare il mestiere, cercato collaborazioni mal pagate e spesso insoddisfacenti, per conquistare un giorno l'agognato tesserino.
Questo in una biografia ipotetica, ma soprattutto un po' riveduta.. In realtà non ho un ricordo preciso o interessante ad onor di cronaca della mia presa di coscenza su ciò che avrei voluto fare da grande, anche perchè scavando nei ricordi appare come un qualcosa che è sempre stato parte dei miei sogni, da quei giorni beati in cui scoprivo il piacere sublime della parola scritta, l'odore dei libri, le pagine immortali degli scrittori che ho amato. Crescendo è stato naturale avvicinarsi alle pagine dei quotidiani, in quelle storie spesso orribili di uomini e donne reali, così diverse dai personaggi dei miei adorati libri, ma ognuno con una storia unica e importante. E conoscere fatti di luoghi geograficamente lontani, personaggi importanti che guidano il mondo o che lottano per cambiarlo..
E' maturato quindi più o meno consapevolmente, il desiderio di poter far parte un giorno di questo ambiente culturalmente stimolante e dare voce ogni volta ad una storia diversa, incontrare persone, interpretare i fatti del mondo, e viaggiare ah, quanto tempo passo immaginadomi dall'altra parte del mondo a raccontare un'altra realtà!
Dopo varie vicissitudini quindi, due anni fa mi sono iscritta alla facoltà di Lettere moderne, così da poter coniugare le mie passioni il mondo del giornalismo e quello della letteratura, e costruirmi in questo modo una solida base da cui proseguire poi nel lungo percorso di studi che dovrebbe portarmi un giorno a lavorare in qualche rivista o casa editrice. Consapevole che il tempo della gavetta in questo ambiente è decisamente lungo e snervante ho deciso di iniziare fin da ora a collaborare con alcune riviste locali, così da farmi le ossa e apprendere quanto più possibile sul campo..
E così da alcuni mesi mi faccio largo nella giungla del precariato più totale, sempre pronta a correre ad intervistare il sindaco di uno sperduto paesino, a partecipare ad expo' e fiere varie, a scrivere delle ultime iniziative locali o del malcontento per i tagli ai comuni e per la crisi generale.
La maggior parte delle volte ti sembra di non essere mai uscita dai confini dei giornali scolastici, e la realtà di cui ti trovi ad occuparti è quanto mai stretta e un po' monotona.. Non esistono orari ovviamente, non conto nemmeno più i pezzi scritti a mezzanotte bevendo litri di caffè, il telefono sempre acceso per non perdere un lavoro, cercando di incastrare gli impegni con l'Università e le riunioni al giornale. Tutto ovviamente non certo per una busta paga sicura o quantomeno decente, ma semplicemente per farsi strada ed imparare.
Capita però che altre volte incontri il suddetto sindaco del piccolo borgo e scopri una persona dalla vivacissima cultura, disposto a parlarti per un'ora dell'impegno nella politica locale, della salvaguardia del territorio inteso come patrimonio comune, dell'attenzione alle nuove tecnologie; e il discorso si amplia, esce dal contesto comunale e si apre alle difficoltà della situazione politica attuale, al ruolo dei giovani nella società e via discorrendo.. Sono momenti come questo che mi stimolano a perseverare su questa strada ardua ed in salita, sperando di incontrare ancora persone così disponibili e interessanti, che mi lascino qualcosa.
Capita il più delle volte in effetti di sentirsi smarriti e allo sbando, per mancanza di una guida a cui fare riferimento, ma nelle piccole realtà dei giornali locali le difficoltà per rimanere a galla sono troppe e il tempo a disposizione per istruire i nuovi arrivati e sempre meno, così per imparare si rubano suggerimenti, si fanno errori, si scrive e si riscrive, ma alla fine quando il giornale va in stampa e vedi il tuo nome correlare quelle 10,100 righe ti senti soddisfatto e un po' orgoglioso, perchè hai fatto un passo in più in direzione del tuo sogno.

Cinderella

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